Le
emozioni innanzitutto
Prima
ancora dello studio e della tecnica, sono le emozioni che connotano la
pittura di Salvatore Capriglione, l’emotività vissuta dando il colore,
ricercando i tratti e fissando sulla tela i segni tangibili di un
concetto, tentando di dare forma a ciò che in altri modi non sarebbe
possibile esprimere.
La sua ricerca
pittorica è solo lo specchio della ricerca di se stesso, tra ciò che sa
di essere e ciò che di lui è ingabbiato nelle prigioni dell’educazione e
del conformismo, una strada da percorrere tra la consueta dimensione del
vissuto quotidiano ed uno straordinario bagliore di sensi e pensieri da
raggiungere e dominare.
In un ambito
localizzato tra la cognizione del concreto e la volontà di esternare gli
eterogenei e talvolta inspiegabili impulsi interiori, Capriglione
dipinge senza imporsi un punto di arrivo, facendosi vincere dalla
suggestione che può dargli il gesto di impugnare un pennello o tentando
di cogliere lo stimolo di inventare cromie.
Un artista che vuole
verificare sulle tele l’essenza di fortuite ipotesi che, a tratti, gli
consentono di intuire l’esistenza dell’altra sua parte.
Quanto possano aver
influito i ricordi, le reminescenze di una infanzia pregna di messaggi
concreti e profondi, lui non può dirlo. Quanto del suo dolore di uomo
che si confronta con la materia, o quanto della sua gioia generata dalla
speranza, riesca a trasfondere nelle immagini che proietta su immacolate
tele, lui non può saperlo.
Quello che lui avverte
è sicuramente il fascino dell’attimo che precede la realizzazione di
ogni opera, la consapevolezza del “realizzare” e del “realizzarsi”,
grazie al rapporto ormai imprescindibile tra il PROGETTO, oggetto della
sua maturazione ed il recondito bisogno di personalizzarlo, di renderlo
soggetto, di fronte a se, uguale a lui.
Tommaso Passamano
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