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Le emozioni innanzitutto

Prima ancora dello studio e della tecnica, sono le emozioni che connotano la pittura di Salvatore Capriglione, l’emotività vissuta dando il colore, ricercando i tratti e fissando sulla tela i segni tangibili di un concetto, tentando di dare forma a ciò che in altri modi non sarebbe possibile esprimere.

La sua ricerca pittorica è solo lo specchio della ricerca di se stesso, tra ciò che sa di essere e ciò che di lui è ingabbiato nelle prigioni dell’educazione e del conformismo, una strada da percorrere tra la consueta dimensione del vissuto quotidiano ed uno straordinario bagliore di sensi e pensieri da raggiungere e dominare.

In un ambito localizzato tra la cognizione del concreto e la volontà di esternare gli eterogenei e talvolta inspiegabili impulsi interiori, Capriglione dipinge senza imporsi un punto di arrivo, facendosi vincere dalla suggestione che può dargli il gesto di impugnare un pennello o tentando di cogliere lo stimolo di inventare cromie.

Un artista che vuole verificare sulle tele l’essenza di fortuite ipotesi che, a tratti, gli consentono di intuire l’esistenza dell’altra sua parte.

Quanto possano aver influito i ricordi, le reminescenze di una infanzia pregna di messaggi concreti e profondi, lui non può dirlo. Quanto del suo dolore di uomo che si confronta con la materia, o quanto della sua gioia generata dalla speranza, riesca a trasfondere nelle immagini che proietta su immacolate tele, lui non può saperlo.

Quello che lui avverte è sicuramente il fascino dell’attimo che precede la realizzazione di ogni opera, la consapevolezza del “realizzare” e del “realizzarsi”, grazie al rapporto ormai imprescindibile tra il PROGETTO, oggetto della sua maturazione ed il recondito bisogno di personalizzarlo, di renderlo soggetto, di fronte a se, uguale a lui.

Tommaso Passamano

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Ultimo aggiornamento:  20-11-08